Mare Fuori 2, il bivio di chi deve decidere cosa diventare da grande: la recensione
La serie di Cristiana Farina si conferma l’anti-Gomorra della Rai: nessuna indagine del Male, ma un’analisi di una delle fasi più critiche della vita
Fonte: Sabrina Cirillo
C’è chi l’ha accostata a Gomorra-La serie, ma Mare Fuori non è una storia che vuole condannare il Male e mostrarne le conseguenze. Piuttosto, l’idea di Cristiana Farina è quella di raccontare il bivio di fronte a cui ci si può trovare nell’età in cui si deve decidere cosa diventare da grandi. E Mare Fuori 2, questo bivio, lo esplora sempre di più.
Mare Fuori 2, la recensione
La serie -la prima italiana ad essere ambientata in un Istituto di pena minorile- ci racconta prima di tutto la voglia di riscatto dei suoi protagonisti. Un riscatto che non sempre va in direzione di qualcosa di buono, ma può anche tramutarsi in sete di vendetta. Torna, così, quel bivio a cui abbiamo fatto cenno sopra: se le nostre scelte ci determinano lungo tutta la nostra esistenza, diventano ancora più fondanti di quello che siamo e che saremo quando non siamo più piccoli ma non ancora grandi.
Mare Fuori indaga l’adolescenza come nessun’altra fiction italiana ha fatto, partendo dall’errore e dalla pena da scontare: la crescita resta sì centrale nel racconto come in altri prodotti che descrivono gli anni più complicati dell’essere umano, ma il “twist” che viene proposto lo rende capace di darne una prospettiva veramente nuova.
Allo stesso tempo, la forza di questa serie (perfetta per una rete come Raidue e per una piattaforma come RaiPlay) sta nel riuscire a far andare di pari passo rabbia e speranza, grazie a dei personaggi che ben incarnano un malessere generazionale verso il proprio futuro da una parte, e la voglia di pensare ad un domani migliore dall’altra.
Nel farlo, Mare Fuori 2 non si dimentica di sporcarsi un po’ le mani lungo il percorso, dando spessore e credibilità alle storie di vita mostrate nel corso degli episodi. Scelte narrative che coinvolgono anche i personaggi adulti, non esenti anche loro da peccati ed errori lungo il proprio percorso.
L’imperfezione dei personaggi, accostata alla perfezione del mare che sta a pochi metri di distanza dall’Istituto in cui si trovano i protagonisti, crea una formula affascinante ed adatta ad un racconto seriale che sì, si costruisce su delle idee di finzione, ma che riesce a tenersi stretto all’attualità raccontandola con occhio sincero e non scontato.
In altre parole, anche Mare Fuori 2 (come la prima stagione) si conferma uno dei prodotti migliori di Rai Fiction: uno sguardo crudo che va oltre lo stereotipo e che si nutre dei dubbi e delle paure adolescenziali che tutti conoscono per tirarne fuori un affresco sulla crescita ed i suoi ostacoli che meriterebbe più attenzione.